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Ambiente, città e campagna (elettorale). Intervista a Alberto Unia

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Ittica: attivista storico del Movimento 5*, ex capogruppo in Consiglio comunale, Alberto Unia  è Assessore all’ambiente e al verde pubblico dopo il rimpasto in Giunta del 2017. Direttore marketing di una società di consulenza, fondatore del giornale online Gazzettatorino.it, si direbbe proprio che lei non sia tra i 5* che “dovranno trovarsi un lavoro”, come si legge nel sarcasmo da social.  Battute a parte,  che bilancio fa di questi quasi cinque anni? 

Unia: sono stati 5 anni straordinari, questa esperienza mi ha dato la possibilità di crescere ma soprattutto di conoscere e condividere momenti di progettazione con tantissime persone nei territori. Abbiamo lavorato tanto e i risultati si sono visti. Alcune cose non siamo riusciti ancora a portarle a termine,  ma abbiamo ancora 5 anni…

Ittica: i detrattori di questa amministrazione vi hanno spesso rimproverato la scarsa competenza. Ma, se quelli “bravi” erano altri, come si spiega il podio di città ad alto tasso di indebitamento e inquinamento? Questi sono primati che si raggiungono con anni di allenamento…

Unia: vero, io posso solo dire che nei cinque anni precedenti la raccolta differenziata è diminuita mentre da quando abbiamo amministrato noi è aumentata di 5.5 punti percentuali e che abbiamo avviato un programma di estensione differenziata che finirà a metà 2022 e arriverà a coprire tutta la città. Lo abbiamo fatto introducendo le ecoisole smart, che consentiranno di verificare il corretto smaltimento, ma soprattutto di introdurre la tariffazione puntuale. E questo è ovviamente solo il primo esempio. Poi ci sono gli interventi di forestazione urbana, il piano di adattamento ai cambiamenti climatici, il piano strategico dell’infrastruttura verde, gli ultimi due frutto di un lavoro di confronto a livello internazionale con le principali città che nel mondo lavorano da anni su questi temi (Portland, New Orleans, la rete eurocities, ecc…). Torino, per citare un altro esempio, ha partecipato al bando nazionale per la “Casa delle tecnologie emergenti” ed il progetto della città è stato riconosciuto come il migliore tra quelli presentati, con contributi complessivi che potranno arrivare fino a 13 milioni di euro e moltissime ricadute sul territorio in termini occupazionali e di sviluppo. Sono solo alcuni esempi che dimostrano che forse la politica non è solo cosa da politici come hanno tentato di farci credere per anni.

Ittica: in una recente intervista al Corriere, Paolo Damilano ha parlato di “Comune tecnicamente fallito”. Ok allora, a destra è già partita la campagna elettorale. E dalle vostre parti qual è la narrazione? Pare che i 5*, da un po’ di tempo a questa parte, comunichino solo a suon di “gne gne” sui social.

Unia: il grande vantaggio del M5S è che veniamo sempre sottovalutati, ma questo capita solo perché gli avversari ancora non hanno capito che dietro non c’è qualche burattinaio, ma semplici cittadini che hanno voglia di provare a migliorare un po’ le cose. Fino ad ora i candidati  che ho visto si sono prodigati in espressioni di retorica che vanno benissimo da Bruno Vespa, un po’ meno in strada. E le persone si ricorderanno a tempo debito di chi ci è sempre stato. Una cosa è certa: nel bene e nel male, non abbiamo mai lasciato soli i cittadini e credo che nessuna amministrazione in precedenza abbia dialogato così costantemente col territorio anche al di fuori dei classici canali istituzionali. La sindaca è sempre stata in mezzo alla gente e molti di noi hanno continuato a farlo anche dopo essere stati eletti. Chi verrà dopo, se non saremo noi, avrà una pesante eredità da soddisfare in termini di condivisione con i territori.

Ittica: su Facebook, ormai assurto al ruolo di arena per dissing, c’è sempre qualcuno che lamenta il mancato sfoltimento degli alberi qua o rimprovera  l’erba alta là. Come si concilia il mantenimento del verde urbano con il bilancio comunale e, più in generale, basterà privatizzare tutto il privatizzabile per uscirne ?

Unia: quest’anno le lamentele sono diminuite notevolmente perché siamo riusciti a ottenere qualche risorsa in più per la manutenzione del verde, c’è da dire che tutte le città soffrono di mancanza risorse sulle manutenzioni, ma chiudere il bilancio preventivo entro l’anno ci ha consentito di impegnare subito risorse ed essere maggiormente efficaci su tutte le manutenzioni anche se il Covid ha complicato un po’ le cose.

Ittica: in un quadro di “alleanze sì alleanze no”, liste civiche, la solita retorica sulle periferie e i tanti posizionamenti, sembra di intravedere la possibilità per la destra di conquistare, dopo la Regione, anche il Comune. Non pensa che sia imperativo fare chiarezza tra gli altri attori che animano il dibattito politico cittadino, soprattutto nei confronti del proprio elettorato?

Unia: i partiti non hanno più un “proprio” elettorato. Il mondo è cambiato, ma qualcuno non se n’è ancora accorto. Le persone ormai votano in base al sentimento del momento e non alla bandiera. Per questo la destra usa lo spauracchio della sicurezza. I comuni poi sono cosa ben diversa: le amministrative comunali le vince il sindaco o la sindaca.

Ittica: i macigni che graveranno sulla prossima amministrazione torinese, indipendentemente dal colore politico, saranno ancora debito e inquinamento. Come ritiene si sia mossa l’attuale Giunta su questi temi e che posto dovranno avere in un’agenda futura, dando per scontato che se ne parlerà?

Unia: in termini di inquinamento non si fa mai abbastanza e non si deve mai abbassare la guardia. L’aumento esponenziale delle piste ciclabili, le nuove aree pedonali, i nuovi mezzi acquistati per il trasporto pubblico (100 bus elettrici che inizieranno ad arrivare questa primavera), gli interventi di forestazione urbana sui principali corridoi ecologici della città, insomma direi che di cose ne abbiamo fatte e ne stiamo facendo. Bisogna uscire poi dalla logica delle fazioni pro auto o pro bici. Ci si deve muovere col mezzo necessario in quel momento avendo in mente sempre che ogni volta che inquiniamo respiriamo la stessa aria. Se l’inquinamento atmosferico si potesse colorare, forse verrebbe preso maggiormente in considerazione. Non serve essere integralisti, serve il buonsenso.

Passando dal locale al nazionale, pensa che l’alleanza di governo resisterà alle spallate dall’interno di Renzi e alla retorica da perenne campagna elettorale di Salvini&Meloni?

Unia: penso che questo governo abbia fatto e stia continuando a fare grandi cose, in un momento veramente complicato. Qualche sera fa ho partecipato a una call con alcuni esponenti che ci hanno illustrato alcuni dei risultati portati a casa in tema di export ad esempio. Vorrei essere chiaro: non nego i problemi e credo che ci saranno sempre, ma metto sempre sulla bilancia le alternative e quelle che vedo mi spaventano parecchio. Per le spallate magari mi sbaglio, ma considerando che in caso di elezioni ci sarebbe una notevole riduzione dei parlamentari…

Ittica: mentre in questi giorni Conte sembra farci capire che non avere un partito alle spalle vuole dire avere un nemico in meno da cui guardarsi, quel che si vede sembra più un assalto generalizzato alla diligenza del Recovery Fund che non una riflessione seria , coerente ed unitaria sul futuro del Paese. Ad un certo punto, da Palazzo Chigi potrebbe arrivare la decisione di mollare: c’è del vero in queste considerazioni?

Unia: no. Il Recovery Fund è una grande risorsa che non deve trasformarsi in una mangiatoia. Le linee guida internazionali sono chiare: sviluppo sostenibile e innovazione. Se non si va in quella direzione si rischia di perdere risorse importanti. Non credo che qualcuno mollerà.

Ittica:  rimanendo in tema di abbandoni, sembra che il Movimento continui a perdere pezzi. Dopo quello in Comune di Carretto e Albano, la querelle a livello nazionale con Casaleggio, di recente è stata la volta di Bertola e Frediani in Regione. Pare che certe dinamiche della politica che conosciamo si stiano riproponendo, un po’ come la peperonata, anche nella cucina “stellata”…

Unia: sarei più preoccupato del contrario. Le cose cambiano di continuo ed è fisiologico che qualcuno decida di non riconoscersi più nel progetto. Se il Movimento fosse lo stesso di 10 anni fa sarei preoccupato. Il Movimento è nato per essere fluido  e quando smetterà di esserlo sarà finito.

Ittica: terminiamo allora con una provocazione, parafrasando Marinetti: ogni idea politica è un organismo vivo. Anche i 5* si apprestano a diventare un “cadavere glorioso”?

Finché avrà la capacità di rinnovarsi no.

 

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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