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Galileo chi?

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Lo strumento di comunicazione feisbukk, noto come social cazzaro aka nastro trasportatore della merda, un merito ce l’ha: mettere in evidenza il pessimo giornalismo e la fuffa governativa degli ultimi due anni in relazione alla pandemia.

Da boomer “sine titulo” appassionato di comunicazione sono assolutamente conscio del fatto che i vaccini – e solo questi – diminuiscono radicalmente la probabilità del diffondersi di malattie, loro varianti, relativi decessi o conseguenze invalidanti. Tuttavia la fiducia nella Scienza da sola non basta.

Ben altri problemi incombono sulla nostra società tecnocratica, legati non tanto al guazzabuglio della fruibilità diffusa del sapere e sua inevitabile ridondanza, croce e delizia del mondo virtualcontemporaneo, quanto all’endemizzazione del virus della fallocefalia, preesistente al Covid e, a differenza di quest’ultimo, assolutamente privo di qualsiasi terapia, figurarsi quella “genica sperimentale”.

In altre parole, se sei un minchione, non ti salva un vaccino, ma neppure il doping a base di curcuma, semi di lino e conseguente “a me questo virus non me la fa”.

Ma veniamo ai dati del secondo Natale pandemico:

-50k positivi in un giorno;

-la ggente che intasa le farmacie per fare i tamponi, non sia mai che si debba smettere di staccare biglietti al luna park del divertimento;

-mezzo milione di casi attivi (fonte ISS);

-un milione e mezzo di quarantenati o isolati (si stima)

-sistema di tracciamento al collasso.

Inutile cercare di alzare il livello da social (!!!11!!1) scomodando il metodo scientifico e meno ancora stimolare una riflessione seria sul perché il parlare di virus degli esperti venga continuamente mediato dalla politica e da certa stampa padronale il cui fine ultimo non è mai informare quanto terrorizzare per dividere et imperare. Ecco allora che si fa cantare la canzoncina di Natale a virologi ed infettivologi, che seppur imbarazzati si prestano, invece di dare dignità al fatto che il coro della comunità scientifica di questi tempi dovrebbe valere più della matta a sette e mezzo. Staremmo poi solo parlando degli eredi di Galileo.

E chi cazzo era ‘sto Calileo? Aspe’ mo che guggolo…

 

 

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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